Presbiopia
Presbiopia
Con oltre 200 milioni di presbiti nella sola Europa, e quasi 2 miliardi in tutto il mondo, non si può certamente dire che la presbiopia non sia una condizione medica largamente diffusa.
Essendo poi un disturbo oculare prettamente connesso con il progressivo invecchiamento della persona, si capisce bene come avere un quadro informato della situazione possa senza alcun dubbio aiutare a raggiungere una piena consapevolezza della problematica.
C’è da tenere in considerazione anche un fattore di fondamentale importanza: a causa del progressivo e inesorabile invecchiamento della popolazione mondiale, i pazienti presbiti sono in continuo aumento con tutto ciò che ne consegue da un punto di vista clinico.
Ma analizziamo ora nel dettaglio cos’è la presbiopia e come riesca a impattare sulla vita di chi ne è affetto.
Cos’è la presbiopia
Per presbiopia s’intende essenzialmente la progressiva incapacità da parte del cristallino di mettere correttamente a fuoco immagini poste a distanze variabili, per lo più quelle più vicine.
Per comprenderne appieno la natura bisogna chiarire un elemento fondamentale: la presbiopia non si configura come una patologia oculare vera e propria, ma è più corretto classificarla come il risultato di un progressivo processo d’invecchiamento. E come tale, è un difetto destinato a colpire la pressoché totalità della popolazione.
E’ sicuramente interessante constatare come tale difetto sia da attribuire esclusivamente al cristallino. Con il trascorrere degli anni infatti il cristallino, cioè l’organo deputato al mutamento del potere rifrattivo necessario per mettere a fuoco gli oggetti, va incontro a una progressiva perdita di elasticità e conseguente irrigidimento, che fa inesorabilmente diminuire la sua capacità di sapersi adattare per consentire la perfetta messa a fuoco delle immagini.
Il risultato più immediato di tale processo anatomico è l’incapacità di vedere nitidamente soprattutto da vicino: i pazienti presbiti, infatti, tendono a vedere come offuscati gli oggetti posti a breve e brevissima distanza.
Essendo correlato al progressivo invecchiamento, i primi sintomi della presbiopia tendono a manifestarsi intorno ai 40-45 anni e tendono a peggiorare con il trascorrere del tempo.
Quando il cristallino perde la propria capacità di accomodazione, i pazienti affetti da presbiopia sono costretti ad allontanare sempre più un determinato oggetto o testo per poterlo visualizzare senza sfocature o distorsioni.
Ecco perché la presbiopia può rivelarsi un disturbo decisamente invalidante laddove chi ne è affetto sia ad esempio costretto per ragioni lavorative a concentrarsi per un tempo prolungato su immagini od oggetti posti a distanza ravvicinata. Ne risulterebbe un affaticamento visivo notevole e conseguente irritazione e/o bruciore degli occhi.
Epidemiologia della presbiopia
Tra tutti i disturbi di natura oculare esistenti, la presbiopia è certamente quello su cui l’attenzione degli specialisti e dell’intero settore medico si è più concentrata.
Trattandosi infatti di una condizione medica correlata con l’età, è evidente che sempre più persone sono destinate a esserne affette ed ecco perché ricerche e studi sull’argomento vengono svolti con grande costanza.
Attualmente, in Italia il numero di pazienti presbiti si aggira intorno ai 28 milioni, mentre in tutto il mondo i presbiti sono quasi 2 miliardi.
Seppur con episodicità e insorgenza differenti, la presbiopia è un fenomeno destinato a colpire tutti indistintamente e riguarda la pressoché totalità della fascia di popolazione over 60.
Ovviamente la presbiopia è un disturbo che caratterizza la vita dell’uomo da sempre. Se però in passato poteva incidere negativamente solo presso talune ristrette categorie professionali, al giorno d’oggi, anche a causa dell’aumento esponenziale di dispositivi audiovisivi, il suo impatto è enormemente maggiore e finisce per essere un fenomeno profondamente condizionante la quotidianità delle persone.
Sintomi della presbiopia
Il quadro sintomatologico di un paziente affetto da presbiopia è abbastanza caratteristico e, per lo meno negli stadi iniziali, tende a configurarsi con disturbi quali offuscamento e/o annebbiamento della vista e stanchezza oculare.
Ovviamente, tali sintomi tendono a verificarsi ogni qual volta il soggetto si ritrova ad avere a che fare con l’esecuzione di attività che richiedono il concentrarsi su oggetti e/o immagini poste a breve distanza, oltre a ciò, però, possono essere individuati con facilità ulteriori elementi sintomatologici che nello specifico sono:
· Bruciore oculare
· Difficoltà moderata/seria nella lettura di caratteri vicini
· Perdita di concentrazione durante la lettura
· Mal di testa
· Occhi arrossati
· Necessità di strizzare gli occhi per migliorare la messa a fuoco
· Necessità d’ingrandimento dei caratteri sui dispositivi tecnologici
· Necessità di allontanare un oggetto o un’immagine per poterla visualizzare correttamente
Cause della presbiopia
E’ possibile tracciare un quadro eziologico della presbiopia con relativa semplicità, non fosse altro perché la causa primaria del disturbo è da riferirsi al progressivo e inesorabile invecchiamento del cristallino e della sua facoltà di accomodazione.
Come detto, infatti, quanto più si è giovani tanto più il cristallino risulta elastico e fornito di un’elevatissima capacità di mutare il proprio potere di rifrazione, necessario per la messa a fuoco delle immagini. Con il trascorrere degli anni, però, tali facoltà vengono meno e il risultato finale è un cristallino sempre più irrigidito e incapace di svolgere pienamente il compito al quale è deputato.
E’ però possibile che vi siano pazienti affetti dalla cosiddetta presbiopia prematura, la cui insorgenza compare prima dei 40 anni. Le cause possono essere molteplici, tra esse le più verosimili sono sicuramente l’abuso di determinati farmaci, l’uso prolungato di una specifica terapia farmacologica, la sclerosi multipla, l’eccesso di sostanze alcoliche, il diabete, patologie autoimmuni.
Diagnosi della presbiopia
Nel momento in cui uno o più sintomi caratteristici della presbiopia compaiono, il consiglio migliore è quello di rivolgersi immediatamente a un medico oculista.
Questi, attraverso esami specifici, farà in modo di accertarsi della condizione in essere e di giungere alla formulazione di una diagnosi necessaria per individuare l’iter terapeutico più indicato per le specifiche esigenze del paziente.
A tal proposito, è bene chiarire come esista un apposito test per misurare con precisione la presbiopia. Il test viene eseguito ricorrendo all’aiuto della cosiddetta tavola ottotipica grazie alla quale lo specialista oftalmologo valuta la capacità funzionale del cristallino e giunge a una diagnosi conclusiva.
Rivolgersi ad una figura professionale è certamente la scelta migliore che si possa fare, poiché solamente le competenze altamente specialistiche di un oculista permettono di accertare quali siano le reali condizioni del cristallino e della salute degli occhi in generale e formulare una diagnosi corretta.
Terapia della presbiopia
Per individuare la soluzione terapeutica più congeniale per un paziente non si può non partire dall’anatomia della parte interessata.
Dal momento, infatti, che la presbiopia è un disturbo visivo totalmente a carico del cristallino e non della cornea, nella maggior parte dei casi si preferisce optare per una soluzione di estrema semplicità e immediatezza, quella cioè degli occhiali e delle lenti a contatto.
Nel caso classico in cui un paziente sia solo presbite, si possono inizialmente usare occhiali standard acquistabili nella grande distribuzione.
La perdita del potere di accomodazione del cristallino, che causa la presbiopia, è graduale e in quanto tale gli occhiali non possono dunque rappresentare uno strumento terapeutico definitivo, poiché il loro potere di focalizzazione dovrebbe essere via via calibrato all’aggravarsi o meno delle condizioni dell’occhio.
Se però si preferisce optare per una soluzione definitiva, l’intervento chirurgico è la scelta migliore da fare.
Le opzioni chirurgiche principali per il trattamento della presbiopia vedono il ricorso o alla chirurgia refrattiva laser o alla chirurgia intraoculare.
La prima si basa sul medesimo funzionamento messo in atto per risolvere altri disturbi di natura visiva comuni come la miopia. Semplicemente, il laser in ogni suo passaggio andrà a modificare la morfologia della cornea e il suo raggio di curvatura, con conseguente immediato miglioramento della messa a fuoco.
La seconda, invece, consiste nella sostituzione diretta del cristallino con una lente accomodativa multifocale, il cui compito è precisamente quello di replicare le funzionalità del cristallino avendo però il vantaggio, in quanto artificiale, di non andare incontro a un inesorabile processo d’invecchiamento o irrigidimento. Tale sistema si rivela altamente efficace anche per la risoluzione di altri disturbi visivi come la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo o la cataratta.
Ovviamente l’idea di sottoporsi a un intervento chirurgico, specialmente se localizzato in una zona così delicata come gli occhi, potrebbe essere motivo d’ansia o preoccupazione, però a tal riguardo si può stare assolutamente tranquilli.
Non solo tali interventi oculari vengono gestiti ambulatorialmente, ma non richiedono in media più di 20 minuti e soprattutto sono assolutamente sicuri e del tutto indolori. Senza considerare il fatto che si tratta di soluzioni definitive, e come tali rimarranno per tutta la vita del paziente, senza necessità di future modifiche o cambiamenti.
Prevenzione della presbiopia
Si è già detto come la presbiopia sia un disturbo visivo causato dal progressivo invecchiamento del cristallino e come tale parlare di prevenzione in senso assoluto non serve semplicemente perché non è possibile rallentare o fermare il tempo!
Parlare di prevenzione relativa è però non solo possibile ma soprattutto altamente auspicabile. Passati i 40-45 anni di età, ad esempio, sottoporsi a delle visite oculistiche periodiche ogni 1 o 2 anni è sicuramente una buona cosa, la frequenza andrà poi intensificata all’aumentare dell’età.
Tutti i soggetti affetti da diabete o ipertensione dovrebbero sottoporsi a controlli medici costanti per evitare che un progressivo aggravarsi delle loro condizioni vada a impattare anche sulla loro vista.
Infine, uno stile di vita salutare costituito da una sana alimentazione e da un’attività fisica di moderata intensità all’aria aperta è certamente ideale per ottenere dei benefici non solo per gli occhi, ma per la propria salute psicofisica in generale.
Assumere vitamina A, betacarotene e proteggere adeguatamente gli occhi sia dai raggi del sole sia dai raggi ultravioletti sono i consigli conclusivi che possono contribuire ad incrementare molto la propria salute oculare.
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