Il glaucoma, danneggiando il nervo ottico, è da sempre uno dei nemici più insidiosi della vista. Molte sono le ricerche che puntano a limitarne i danni, che spesso però e purtroppo si scoprono solo in stadio avanzato. Ci sono però buone notizie che arrivano dagli States. Per la prima volta sono state identificate nel nervo ottico alcune cellule che potrebbero potenzialmente avere una funzione staminale: sarebbero quindi in grado di “riparare i danni” del nervo ottico stesso.

La sensazionale scoperta dei ricercatori della University of Maryland School of Medicine (UMSOM), finanziata dal National Institutes of Health’s National Eye Institute (NEI), pone quindi una nuova pietra miliare nella ricerca sul glaucoma.

Lo studio ha analizzato una piccola parte dell’occhio, la lamina cribrosa, che si trova tra la retina e il nervo ottico. In un millimetro di tessuto, il Dr. Bernstein e il suo team sono riusciti a selezionare e far riprodurre le neural stem/progenitor cells.

“Si tratta di una passo in avanti importante, che pone le basi per le future ricerche”, ha commentato il dott. Davide Borroni, Direttore Cornea Research Unit (CRU) di CARONES Vision. “Le attuali terapie del glaucoma si basano principalmente su colliri, laser e chirurgia. La ricerca condotta dal dott. Bernstein e dal suo team porterebbe allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici sia per il glaucoma, sia per tutte le altre disfunzioni dell’occhio legate all’invecchiamento (come ad esempio le maculopatie). Recentemente, sono stati pubblicati i primi lavori di “chirurgia sul DNA”, un approccio che permette di bloccare le parti di DNA che non funzionano bene e di far funzionare meglio quelle sane. E non si tratta di speranze future: ottimi risultati, infatti, sono già stati ottenuti sulle degenerazioni della cornea”.